Nella notte dell’Aquila qualcuno rideva. Non si sa se altri si divertirono la mattina di San Giuliano di Puglia, il 21 ottobre del 2002, quando una scossa di terremoto fece crollare la scuola “Francesco Jovine” uccidendo 27 bambini e una maestra, ma è curioso notare che i nomi del «sistema gelatinoso» nato attorno alla gestione delle emergenze fanno la loro comparsa già nella tragedia molisana. Gli incroci con le cronache di questi giorni iniziano il 10 settembre 2004, quando il commissario alla ricostruzione (il presidente della regione Michele Iorio) viene sostituito con un’ordinanza di palazzo Chigi dal nuovo “soggetto attuatore”: l’ingegner Claudio Rinaldi, già commissario per i Mondiali di nuoto del 2009, uno dei nomi cardine dell’inchiesta fiorentina sulla cricca. Non c’è solo l’ingegnere a San Giuliano, c’è anche l’architetto, cioè Carlo Strassil, progettista della sistemazione della Statale 87 nel tratto da Campobasso a Sant’Elia a Pianisi, appalto da 41 milioni di euro. Il nostro, arrestato ad aprile e rilasciato da poco nell’ambito dell’inchiesta pescarese sulla Statale 81 (meglio nota come “Mare-Monti”), è anche tra i progettisti che hanno ricevuto incarichi a L’Aquila nel dopoterremoto e risulterebbe aver lavorato anche a La Maddalena su incarico di Fabio De Sanctis (ex provveditore alle Opere pubbliche in Toscana, un altro degli indagati di Firenze). Strassil, comunque, impazzava con Angelo Balducci fin dal 2000: finirono insieme sulle pagine dei giornali, con altri sei tecnici, per una consulenza d’oro (50 miliardi) sulla ferrovia Bologna-Firenze.
E’ appena il caso di dire che la Statale 87 non è ancora finita e il costo è lievitato del 50%. Gli incroci non finiscono qui. «San Giuliano Scuola Campobasso», senza altre specificazioni, si trova scritto anche nella famosa “lista Anemone”. Nel comune molisano, poi, lavora anche la “5+1 architetti associati”, studio genovese di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo che ha progettato alcune delle case ricostruite dopo il terremoto e incrocia spesso le vicende del «sistema gelatinoso». E’ di “5+1” (con Rudy Ricciotti), ad esempio, il progetto del nuovo palazzo del Cinema di Venezia, cioè l’appalto pilotato «dai romani» di Balducci in cui si parla in almeno una delle intercettazioni fiorentine. Gli architetti genovesi, inoltre, lavorano (con realizzazioni sostanzialmente identiche a quelle di San Giuliano) anche in uno dei casi di scuola del sistema di gestione delle emergenze messo in piedi da Bertolaso: Cavallerizzo di Cerzeto, in provincia di Cosenza, la cui storia è stata raccontata da questo giornale a gennaio. Nella costruzione della new town che dovrebbe prendere il posto del vecchio paese, in parte danneggiato da una grande frana, si cimenta pure il Consorzio Stabile Centro Italia, gruppo Anemone. Il soggetto attuatore, anche a Cerzeto, è l’ingegner Claudio Rinaldi. La presenza in Molise della cricca, peraltro, non si limita al dopo-terremoto.
Scorrendo la lista degli appalti per il 150esimo dell’unità d’Italia si scopre, ad esempio, che il coordinatore della realizzazione del nuovo Auditorium di Isernia, un appalto da 17 milioni di euro, altri non è che Mauro Della Giovampaola, capo dello struttura di missione per il G8 a La Maddalena e altro personaggio centrale della “cricca”, mentre “responsabile unico del procedimento” è l’ingegner Riccardo Miccichè, assurto agli onori delle cronache come «il coiffeur degli Uffizi»: si tratta del 36enne siciliano, già impegnato al G8 in Sardegna col cognato di Bertolaso, Francesco Piermarini, nominato direttore dei lavori per il restauro del museo fiorentino nonostante, annotava il Ros in una informativa, un curriculum assai traballante (un posto nel cda di “Erbe medicinali Sicilia” e una partecipazione nella “Modu’s Atelier”, parrucchiere e manicure) e un fratello responsabile tecnico della “Giusylenia srl”, azienda in odor di mafia. La passione dell’ingegner Miccichè per il restauro dei musei è comunque radicatissima, tanto che risulta essere “responsabile unico del procedimento” anche per quello di Reggio Calabria, oltre 11 milioni sempre legati al 150enario. “Commissario delegato”, in questo caso, è l’ingegner Enrico Bentivoglio, l’uomo con cui, intercettato, De Sanctis parlava della nomina agli Uffizi del «siciliano» come di uno scandalo: «Siamo proprio dei cazzari…».
di Marco Palombi
(Il Fatto Quotidiano del 28 Maggio 2010)
Nessun commento:
Posta un commento